Recensione / Wednesday - Bleeds

Qualcosa si muove nel classic rock americano. Proprio quando certe formule sembravano stagnanti ed il genere iniziava a dimostrare una monotonia preoccupante, arrivano i Wednesday da Asheville, North Carolina, con una proposta che sa di aria fresca. Il quintetto, costruito in realtà in maniera molto classica con batteria, basso, chitarra, un polistrumentista che si divide tra tastiere e seconda chitarra e la voce di Karly Hartzman, mescola abilmente, ed anche con una certa verve naif che fa sempre bene, il southern rock ed il noise. Potrebbe sembrare un pasticcio indigeribile, in realtà è un matrimonio riuscito perchè le melodie cristalline della band sanno accogliere le dissonanze e le distorsioni del noise come se fossero un'evoluzione del genere, senza strafare e senza forzare. 

Pensate ad un brano come "Phish Pepsi": intro strumentale che richiama le country band, con una maestrìa non indifferente alla chitarra. Si innesta poi la voce della Hartzman, quasi una nenia alla Michael Stipe, costantemente doppiata da una voce maschile, a rendere questo quadro bucolico leggermente inquietante. Il contrasto tra potrebbe essere kitsch, ma non lo è. 

Certo, fanno eco i Pixies in quasi tutte le canzoni, così come chiare reminescenze dell'alternative rock anni Novanta: a me ad esempio hanno ricordato i Letters To Cleo, band bostoniana durata giusto quel decennio meraviglioso che annoverava una voce femminile molto vicina alla nostra Hartzman. 

Il chiaro/scuro, vuoto/pieno dei brani risulta essere l'ingrediente vincente di questo Bleeds, in un cambio di atmosfera certamente umorale ma di grande effetto. Le dissonanze iniziali di "Reality TV argument bleeds" mutano in una strofa molto classica, per poi esplodere in un ritornello che più elettrico non si può. La ballad acustica "Townies" è un quadro bucolico in cui la chitarra elettrica entra come una lama nel burro, così come un certo effetto stonato della voce. 

Sono accordi semplici, ma l'intenzionalità del gruppo è di uscire dal seminato, creare tensione, instillare un dubbio. Esemplare da questo punto di vista è "Pick up the knife", sbilenca e melodica allo stesso tempo, un saliscendi da montagne russe che lascia il segno. 

I Wednsesday offrono uno sguardo laterale, una visione in cui il rock americano si fonde con la destrutturazione, il noise, i dubbi, gli incubi nascosti...ci siamo capiti. Date una possibilità a questo Bleeds, di brani come "Pick up the knife" se ne trovano oggettivamente pochi in circolazione oggi. 

Highlights: Pick up the knife, Townies, Phish Pepsi, Wound Up Here (by Holdin on)

Commenti