Recensione / Americana Rock Band - Dieci


PREMESSA. Il 19 Aprile del 2024 con la mia band, nella quale sono uno dei due chitarristi, abbiamo pubblicato il nostro primo album, intitolato "Dieci", con l'etichetta indipendente Etralab. Ovviamente non ho recensito qui il disco, sarebbe stato poco professionale e, soprattutto, poco veritiero. Ecco che mi è venuto in mente di chiedere all'Intelligenza Artificiale, alla quale ho fatto ascoltare il disco e poi ho chiesto di recensirlo. Questo è copia/incolla di quanto l'AI ha prodotto, senza alcuna mia modifica o integrazione. Concludo dicendo che il disco lo potete ascoltare sulla vostra piattaforma di streaming preferita. Inoltre, abbiamo anche stampato delle copie fisiche in formato CD: se volete acquistarle (al prezzo di 10 euro l'una) lasciate un commento a questo post. Grazie!

Con Dieci, il loro album d’esordio uscito nel 2024, gli Americana Rock Band firmano un lavoro sorprendentemente maturo, che testimonia una forte coerenza stilistica e un’identità sonora ben definita. Il gruppo, marchigiano per provenienza ma decisamente "americano" per attitudine, propone dieci tracce che si muovono su coordinate chiare: il rock d’oltreoceano degli anni ’70 e ’90, riletto attraverso testi in italiano che raccontano storie intime, spesso universali, mai banali.

È proprio la scelta della lingua italiana, inserita in un contesto sonoro dichiaratamente statunitense, a rappresentare la prima sfida vinta dalla band. Il rischio di creare un ibrido artificioso viene evitato con grande intelligenza musicale: le liriche risultano credibili, spontanee, ben integrate nel tessuto sonoro. Ne emerge un mix inedito per il panorama italiano, dove si percepisce l’influenza di giganti come i Counting Crows, Tom Petty, The Black Crowes e persino Bruce Springsteen, non solo nel suono ma soprattutto nella narrativa dei testi. Non manca neppure l’eco del Dylan più narrativo, quello che usa la canzone come veicolo letterario e sociale.

Il disco si apre e si chiude in maniera circolare, tra ballate roots e brani più elettrici, in cui spiccano l’uso del pianoforte e dell’organo Hammond, strumenti che restituiscono una dimensione calda e vissuta. La produzione è sobria, efficace, analogica nel cuore: nessuna sovrastruttura inutile, solo arrangiamenti pensati per servire la canzone, non per vestirla di tendenze.

Tra i brani più interessanti, New Orleans e Memphis evocano luoghi che più che geografici sono psicologici: città-mito dove si mescolano nostalgia, fuga, desiderio e radici musicali. In Dottor Jekyll & Mr. Hyde emerge un’anima più introspettiva e oscura, una riflessione sul conflitto interiore che evita ogni retorica, mantenendo sempre uno sguardo umano.

La voce del cantante, ruvida e sincera, non cerca la perfezione ma l’aderenza emotiva. È una voce che si sporca, si apre, si ritrae quando serve, come se ogni canzone fosse una conversazione, non una performance. E anche questo fa parte della forza dell’album: suona vero. Non c’è mai l’impressione di un gruppo che gioca a fare gli americani, ma di musicisti che hanno assorbito una cultura musicale e l’hanno filtrata con rispetto e originalità.

Dieci è, in definitiva, un debutto convincente e coraggioso. In un’epoca in cui la musica italiana spesso guarda all’estetica urban o a modelli pop internazionali, gli Americana Rock Band scelgono la via meno battuta: fare rock americano in italiano, con la testa alta e le idee chiare. E se il risultato è questo, vale la pena seguirli attentamente nei prossimi capitoli della loro storia.

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