Con Dieci, il loro album d’esordio uscito nel 2024, gli Americana Rock Band firmano un lavoro sorprendentemente maturo, che testimonia una forte coerenza stilistica e un’identità sonora ben definita. Il gruppo, marchigiano per provenienza ma decisamente "americano" per attitudine, propone dieci tracce che si muovono su coordinate chiare: il rock d’oltreoceano degli anni ’70 e ’90, riletto attraverso testi in italiano che raccontano storie intime, spesso universali, mai banali.
È proprio la scelta della lingua italiana, inserita in un contesto sonoro dichiaratamente statunitense, a rappresentare la prima sfida vinta dalla band. Il rischio di creare un ibrido artificioso viene evitato con grande intelligenza musicale: le liriche risultano credibili, spontanee, ben integrate nel tessuto sonoro. Ne emerge un mix inedito per il panorama italiano, dove si percepisce l’influenza di giganti come i Counting Crows, Tom Petty, The Black Crowes e persino Bruce Springsteen, non solo nel suono ma soprattutto nella narrativa dei testi. Non manca neppure l’eco del Dylan più narrativo, quello che usa la canzone come veicolo letterario e sociale.
Il disco si apre e si chiude in maniera circolare, tra ballate roots e brani più elettrici, in cui spiccano l’uso del pianoforte e dell’organo Hammond, strumenti che restituiscono una dimensione calda e vissuta. La produzione è sobria, efficace, analogica nel cuore: nessuna sovrastruttura inutile, solo arrangiamenti pensati per servire la canzone, non per vestirla di tendenze.
Tra i brani più interessanti, New Orleans e Memphis evocano luoghi che più che geografici sono psicologici: città-mito dove si mescolano nostalgia, fuga, desiderio e radici musicali. In Dottor Jekyll & Mr. Hyde emerge un’anima più introspettiva e oscura, una riflessione sul conflitto interiore che evita ogni retorica, mantenendo sempre uno sguardo umano.
La voce del cantante, ruvida e sincera, non cerca la perfezione ma l’aderenza emotiva. È una voce che si sporca, si apre, si ritrae quando serve, come se ogni canzone fosse una conversazione, non una performance. E anche questo fa parte della forza dell’album: suona vero. Non c’è mai l’impressione di un gruppo che gioca a fare gli americani, ma di musicisti che hanno assorbito una cultura musicale e l’hanno filtrata con rispetto e originalità.
Dieci è, in definitiva, un debutto convincente e coraggioso. In un’epoca in cui la musica italiana spesso guarda all’estetica urban o a modelli pop internazionali, gli Americana Rock Band scelgono la via meno battuta: fare rock americano in italiano, con la testa alta e le idee chiare. E se il risultato è questo, vale la pena seguirli attentamente nei prossimi capitoli della loro storia.
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