Recensione / Augustana - Something Beautiful

Correva l'anno 2005 ed una band sconosciuta proveniente da San Diego pubblicava il singolo "Boston", una hit che iniziò a scalare le classifiche e che, come spesso avviene per molte canzoni ben riuscite, trovò largo spazio nelle colonne sonore di fortunate serie televisive d'oltreoceano, quali Smallville, Scrubs, nonchè The Big Bang Theory. Fu il boom, tanto da trainare il disco All the stars and boulevards sino a raggiungere le 350.000 copie vendute. Quel disco ha folgorato anche me, e mi ha costretto a ricercarne in maniera febbrile una copia, che ora fa bella figura nella mia collezione di dischi (qui la recensione).

Seguirono un paio di dischi meno a fuoco e poi l'oblio, con lo scioglimento della band nel 2014, anche se da sempre gli Augustana sono la rappresentazione diretta di Dan Layus, cantante, pianista e compositore del gruppo. Dunque, parlare di Augustana vuol dire parlare di Dan Layus, che ben 10 anni dopo l'ultimo lavoro a nome Augustana, nel 2024 ritorna sul mercato con Something Beautiful. 

La formula, nonostante siano trascorsi 19 anni, è rimasta la stessa: rock americano con melodie a presa rapida ed una spina dorsale elettrica sempre in primo piano. Così l'iniziale "Stand on my own" sembra uscita dalle stesse session di "Boston" (ma quanto è bella la voce di Layus!), anche se dietro le quinte è entrata un po' di elettronica a rendere il sound più moderno. Ma siamo sempre nelle zone del debutto, solo con meno impeto rock rispetto a venti anni fa. Più elettrica è la successiva "Count on each other", la cui strofa ricorda nel suo incipit la famosa "Kiss the rain" di Billie Myers per poi virare in un cantato molto Gin Blossoms, con un ritornello un po' troppo Goo Goo Dolls. Ma è una buona canzone, vi basti sapere questo. 

"Farther down the line" non va da nessuna parte, perchè manca pathos e la forma della ballata con pianoforte, nel 2024, rischia di cadere nel clichè, cosa che puntualmente avviene. Il pianoforte e gli archi proseguono in "Carry the world", ma anche qui il vicolo è cieco, così come nell'oscura "If I fail now". Va anche peggio con la title track, con Layus che cerca disperatamente un piano emotivo che non c'è. E soprattutto, sono scomparse completamente le chitarre, che quando fanno capolino in "Hear your name" disegnano una canzone con un mood anni 80 alla Blondie.

Mancano tre brani alla fine del disco, la movimentata "Give up tryng" e la dimenticabile "The distance", ma soprattutto "Always a way out", una bella cavalcata rock che sembra rifarsi al mood di "Palisades Park" dei Counting Crows, con una urgenza emotiva coinvolgente. 

Bella, anche se troppo poco per salvare un disco che non convince. Al netto della bella voce di Layus, questo Something Beautiful suona dimesso ed un po' monocorde, anche se "Always a way out" sono certo che vi piacerà. 

Highlights: Always a way out, Count on each other

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