Ci ha lasciati Michael Ward

A soli 57 anni, nella giornata di ieri ci ha lasciati Michael Ward a causa delle complicazioni del diabete.  Talentuoso chitarrista americano, Ward ha prestato la sua chitarra ai Wallflowers più ispirati, quelli del successo clamoroso di Bringing down the horse (1996) e del successivo Breach (2000). Si devono a lui le bellissime parti di chitarra in brani come "The difference" oppure "Laughing out loud", stilettate elettriche con groove e tiro fuori dal comune, oppure il crescendo di "Letters from a wasteland" che tanto deve all'impeto del Boss.

A mio giudizio, Ward è stato uno dei chitarristi più caratteristici degli anni Novanta, uno che dallo strumento sapeva tirar fuori una voce sempre particolare, che alla fine risultava essere il graffio giusto per la canzone. Non per niente, quando si è allontanato dai Wallflowers il gruppo non ha mai saputo rimpiazzarlo in maniera adeguata, senza contare che la sua uscita è coincisa con la fine del periodo aureo della band di Jakob Dylan. 

A riprova di tali doti, la carriera di Ward parla da sola, visto che il Californiano ha prestato la propria arte a John Hiatt in quel gioiello che risponde al nome di Perfectly Good Guitar (1993), e successivamente è entrato nella backing band di Ben Harper. 

Peccato. Non ci resta che ricordarlo con la fida Gibson Les Paul Signature color oro, che interpreta quel capolavoro degli Wallflowers che è  Bringing down the horse. 

Ciao Michael. 

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