Libri / Colson Whitehead - La ferrovia sotterranea

Vi do un consiglio, figlio dell'esperienza personale. Se siete alla ricerca di un buon romanzo americano e volete andare sul sicuro, un metodo quasi infallibile è pescare nella lista dei libri premiati con il Pulitzer. Il prestigioso riconoscimento americano non mi ha mai deluso e mi ha permesso, negli anni, di scoprire autori e libri che ormai reputo indispensabili. 

Ho applicato questa regola anche per La ferrovia sotterranea, romanzo licenziato nel 2017 da Colson Whitehead, promessa (ben mantenuta) della narrativa americana, ed ancora una volta ho trovato un romanzo intenso, una storia coinvolgente ma soprattutto un pugno nello stomaco ben assestato.

Andiamo per gradi. Siamo nella prima metà dell'Ottocento, Cora è una giovane schiava in una piantagione della Georgia. Sua madre Mabel è riuscita a fuggire da quel lager all'aria aperta, e solo una su un milione riesce ad andarsene senza farsi riprendere. Quando Cora incontra Caesar, i due amici hanno una sola opportunità: fuggire oltre i limiti della piantagione, sperando che...

Cora è l'unica vera protagonista del romanzo, una ragazza indurita da un'esistenza difficile sin dai primi giorni, figlia di uno dei tanti incesti che avvengono nelle piantagioni, lasciata sola da una madre che nella fuga non l'ha portata con sè. Eppure Cora sente di potersene andare, credendo che al Nord, negli stati abolizionisti, potrà iniziare finalmente a vivere. 

La ferrovia sotterranea è un blues vigoroso, il blues di Cora, in cui non mancano colpi di scena ed una ritmica sempre sostenuta. Whitehead proprio grazie al ritmo impresso alla narrazione dimostra di saper lavorare su diversi registri, rendendo avvincente quello che, nelle prime pagine, poteva sembrare uno dei tanti libri sulla schiavitù nel Sud degli Stati Uniti. Lentamente ma altrettanto inesorabilmente si fa luce tra le pagine un interrogativo costante: si è più liberi in un luogo come la fattoria, oppure in giro da fuggitiva per gli stati dell'America, con il terrore di vivere una vita al buio? E' un interrogativo vecchio ma di drammatica attualità, oggi che pseudo-pacifisti ci vorrebbero convincere - ad esempio - che nessuna guerra vale come la pace. Mentre la storia del mondo è avanzata insegnandoci che "se vogliamo la pace, dobbiamo prepararci alla guerra..".

Certamente, al di là di sofismi o escursioni filosofiche, La ferrovia sotterranea vuole anche ricordarci le aberrazioni di un tempo in cui i neri erano considerati inferiori; un tempo, non troppo lontano anzi ancora vicinissimo a noi, in cui ribellarsi al proprio padrone si pagava con la crocefissione in cima ad un albero, dopo sevizie indicibili, mentre la popolazione bianca assisteva a tanta barbarie come fosse al cinema. Anche a questo serve il romanzo di Whitehead, a ricordare, ed a farci vergognare.

Consigliato. Anzi, indispensabile. 

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