Libri / Sarah Smarsh - Heartland

Sarah Smarsh è stata ospite al Festival della Letteratura di Mantova, intervistata da Francesco Costa, giornalista de Il Post, grande conoscitore degli Stati Unici nonchè scrittore di libri sempre sulla causa americana. Premesso che ero venuto a conoscenza di Heartland anche attraverso una lusinghiera recensione su La Lettura, seguitissimo inserto domenicale del Corriere della Sera, è stata l'intervento di Mantova a convincermi nella lettura del libro.

Heartland non è un romanzo, tantomeno una biografia, bensì la storia di una ragazza nata e cresciuta nella campagna ad ovest di Wichita, Kansas, nelle Grandi Praterie, e conseguentemente la storia della sua famiglia. Che valore può avere un semplice racconto? E' la domanda che io stesso mi sono posto nelle prime righe, alla quale però la risposta è stata immediata, perché Heartland è scritto con gli occhi di una giornalista e con l'intento di fotografare una parte di America abbastanza sconosciuta ed una fetta della società americana. 

L'assunto di fondo è che esiste, negli Stati Uniti, una buona fetta della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà. E' una novità per noi? Certamente no. Se però vi dicessi che questa parte comprende intere generazioni di agricoltori bianchi delle Grandi Pianure? 

Il racconto di Sarah Smarsh nasce dall'esigenza di raccontare la storia della sua famiglia, agricoltori del Kansas, ad ovest di Wichita, che a partire dal Novecento sono inesorabilmente scivolati sotto la soglia di povertà, senza comprenderne il motivo ed, incredibilmente, senza avere contezza della loro situazione. D'altronde, è quasi paradossale credere che fare gli agricoltori e possedere la terra nel granaio d'America (e non solo) possa significare essere poveri, invece negli Stati Uniti ciò è possibile, a causa di una serie di scelte politiche a favore delle grandi multinazionali ed alla mancanza di una "rete" di supporto, si pensi alla privatizzazione della sanità. 

Heartland diventa così un libro a cavallo tra narrativa, geo-politica ed economia e l'autrice ha la grazia di trattare tutti questi argomenti senza tralasciare il racconto in prima persona. La famiglia Smarsh diventa così il fenotipo di una intera classe sociale americana un po' bigotta, ancorata alla terra più per disperazione che per convincimento, che non riesce neanche a distinguere con lucidità il suo posizionamento nella piramide sociale. Perchè ancora peggio di essere poveri, è l'essere poveri ignorando di esserlo. 

C'è poi il Kansas, con i suoi inverni gelidi ed estati bollenti, abitato da pro-nipoti di avventurieri partiti per lo più dalla Germania e dalla Polonia che lì hanno trovato la terra del grano. Il Kansas degli anni ottanta, le balere con la musica country, Reagan in televisione, le chiese costruite a mano dai fedeli, le case disperse nell'immensa prateria, l'alcool a fiumi. Insomma l'America quella vera. 

Heartland è un libro indispensabile per chi ha la curiosità di conoscere l'America nuda e cruda e per prendere atto di quanto effimero sia il sogno Americano. 



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