Musicisti contro youtuber (e viceversa...). Quando non c'è limite all'inutilità

Ieri sera ero beatamente intento a navigare su Facebook senza alcun obiettivo utile, se non quello di attendere nella penombra della camera da letto che entrambi i miei figli si addormentassero. E chi è genitore sa che in quei momenti l'unico modo per passare il tempo è munirsi di smartphone, togliere qualsiasi suoneria ed esplorare senza senso i social. 

Immediatamente vengo colpito da un post molto commentato e dibattuto, scritto da uno dei guru di Youtube, un ragazzo famoso tra noi musicisti per aver intrapreso, qualche anno or sono, la strada dell'influencer sui social, attraverso alcune lezioni di chitarra. Il boom degli influencer e la crescita dei suoi followers ha fatto che sì che il nostro (non mi va proprio di fargli pubblicità) sia diventato una piccola star del web a sei corde, cosa che gli permette - per sua stessa ammissione - di guadagnarsi da vivere.

Dunque, il nostro nell'accorato post di ieri sera denunciava l'atteggiamento di alcuni musicisti nei suoi confronti, citando altri post di Facebook (occhio che la catena si fa infinita...) nei quali gli incriminati avrebbero duramente criticato il ruolo dello youtuber in quanto professione, sottolineando che una cosa è fare il musicista, l'altra è fare video su Youtube. 

E visto che al peggio non c'è mai fine, tra i commenti si è palesato l'autore dell'oltraggio, che chiamerò per par condicio nostro2. Il bravo navigatore social che fa? Mi fiondo dunque a leggere il post incriminato di questo musicista professionista (così si definisce), scoprendo che è un lunghissimo scritto nel quale - riassumo per evidenti necessità intellettive - la tesi di fondo è che il vero musicista se ne frega delle logiche commerciali e di guadagnare e qualsiasi atto compia lo fa con il solo obiettivo di onorare l'arte. Evidentemente, sottintende il buon nostro2, chi utilizza i social per altri mezzi che non siano onorare la purezza artistica non è degno di considerarsi musicista. 

Questo il racconto dei fatti (chiedo scusa sin d'ora, mi rendo conto che nel mondo ci siano problemi ben più importanti). 

Ora, premetto subito che non mi schiero nè da una parte nè dall'altra: trovo fuori luogo entrambi. Fuori luogo è certamente il polemico musicista (nostro2) che da inizio alla diatriba, ergendosi a difensore di una categoria che non esiste. Avete letto bene: una categoria che non esiste, perché sotto l'etichetta "musicista" è giusto inserire sia quello che lo fa come professione, sia l'amatore (che a volte, diciamocelo, potrebbe essere più bravo del professionista), sia lo strimpellatore. Scopro dal suo profilo social che nostro2 lavora in uno studio di registrazione: costui dunque è un musicista o un tecnico che aiuta i musicisti a tirare fuori la propria arte. 

Sostiene inoltre sempre il caro nostro2 che anche lui pubblica videorecensioni su youtube (ahia...) ma, non essendo il suo obiettivo quello di guadagnarci, il suo giudizio sarà sempre libero ed indipendente. Interessante, non c'è che dire: chissà se il materiale che gli viene inviato dai produttori poi se lo tiene oppure - schifato - lo rimanda indietro. 

Per quanto riguarda invece il nostro youtuber, beh per lui non ho mai provato alcuna simpatia. Il suo creare e pubblicare video in continuazione e la sua tuttologia hanno stancato anche me. Alcuni suoi prodotti - ad esempio il video in cui cerca di descrivere cosa sono le scale modali - è incomprensibile, così come licenziare in continuazione video con domande tipo "scrivete nei commenti i vostri 3 dischi da isola deserta". Qui non c'è il nome del nostro non solo perchè non mi va di fargli pubblicità, ma soprattutto perchè  il suo nome vale come quello di un altro suo collega, e di un altro ancora. 

Ad esempio, c'è un tizio altrettanto famoso che si occupa solo di postare video su effetti e suono, recensendo di tutto un po'. E' interessante da vedere, perchè a lui piace tutto: "raga, è pazzesco", "suono mostruoso"  e "ve lo consiglio vivamente" sono le sue frasi cult, ripetute allo sfinimento (il nostro). D'altronde, perché dovrebbe dire diversamente? Gli inviano chitarre ed effetti a casa, la cui maggior parte (se non troppo costosa) la può tenere e probabilmente riceve anche un compenso nel parlarne bene: perchè fare il contrario? Avete mai trovato un negoziante che denigri di proposito un suo prodotto?

Che faccia piacere o no, nostro e nostro2 sono la stessa identica cosa: prodotti di un sistema - quello musicale odierno - in cui si è primedonne ancora prima di poterselo permettere. L'uno e l'altro si pestano i piedi, con l'unico risultato che di musica, quella suonata, non c'è alcuna traccia in queste diatribe. 

Per uscirne indenni c'è un solo modo: mettere su un buon disco, suonarci sopra e provare con la propria band. Del resto - quando non c'è limite all'inutilità - me ne frego. 

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