Libri/ John Irving - Il mondo secondo Garp

Mi sono interrogato molto, prima di scrivere questo post, sull'incipit di queste righe. Senza pensarci troppo, avrei iniziato consigliandovi vivamente di correre il libreria ed acquistare questo romanzo di Irving, perchè la profondità del racconto, la scorrevolezza della narrazione ed i sentimenti che mi hanno provocato meritano di essere condivisi con chi ama la letteratura. 

Con un maggiore raziocinio avrei scritto che Il mondo secondo Garp è stato pubblicato nel 1978 ed a distanza di 42 anni non è invecchiato nemmeno di una pagina, i suoi temi sono ancora d'attualità e le riflessioni contenute in queste 500 pagine non potranno mai passare di moda. 

Fate una sintesi dei due capoversi sopra ed avrete un buon inizio di recensione. Ho tenuto sul comodino questo libro per quasi 4 mesi e non perché la sua lettura fosse difficoltosa od altro, bensì perchè Il mondo secondo Garp fa male. Avete letto bene, "fa male". Non ero pronto durante il lockdown ad immeggermi nelle pieghe della vita di Garp, scrittore talentuoso, figlio unico di una quasi vergine diventata simbolo della lotta femminista americana, padre maniacalmente attento alla protezione dei figli che subisce il dramma di perdere il suo secondogenito. Il mondo secondo Garp non è una passeggiata. Addirittura contiene romanzi dentro lo stesso romanzo, richiede uno stomaco duro per dipanarsi attraverso una storia avvincente, per molti tratti con una prosa divertente e per altri lunghi tratti avvolta dalla morte. 

Irving utilizza la morte sfidandola e si serve dei drammi della vita per costruire un romanzo che sin dalla prima riga è agrodolce, ti attira come una sirena e ti percuote come un tamburo. Non ho problemi a scrivere che, quando ho intuito che stava per approssimarsi la morte del secondo figlio, ho pensato di non terminare la lettura, nonostante stessi divorando pagine su pagine. Questo accade quando la narrativa travalica la semplice lettura, diventa letteratura e ci spinge a confrontarci con le nostre paure. Ho superato lo scoglio di quelle pagine accompagnato dallo scrittore, che ha saputo trattare gli argomenti più drammatici dell'opera lavorando di fino, utilizzando gli strumenti a disposizione solo dei grandi scrittori.

Certo, si potrebbe dire che le vicissitudini della vita di Garp rasentano l'impossibile e che la finzione sia troppo preponderante, ma non è così. Non è così per chi conosce la vita, per chi approfondisce la storia e le storie, per chi ha superato una certa età. Già, perchè la vita molto spesso supera la fiction: chi avrebbe pensato di passare mesi della nostra esistenza chiusi in casa per colpa di un virus intangibile? Alzi la mano chi di fronte ad un film di fantascienza su questo argomento non abbia pensato "non accadrà mai". 

Per chi legge ed ha meno di 30 anni, consiglierei di intraprendere la lettura più avanti, di lasciare alle spalle un po' di esistenza e di esperienza prima di buttarsi a capofitto in queste pagine. Per chi invece è più grande, consiglio di maneggiare con cura ma comunque di lasciarsi andare. Per chi è appassionato di letteratura americana - e perchè siete qui sennò - Irving ambienta la storia nel New Hampshire ed i tratti del bellissimo New England americano ci sono tutti, anche se il paesaggio ed il territorio non sono centrali come lo furono per Le regole della casa del sidro, ennesimo capolavoro dello scrittore americano (e lì si che le lacrime scorrono fluenti). 

Potrei aggiungere che i temi trattati vanno dal femminismo americano alla vera essenza della letteratura, dal senso del matrimonio alla necessità di trovare il proprio spazio nel mondo. Forse ce ne sono di più, forse di meno. Il mondo secondo Garp mi ha sconvolto, ed è l'unica verità che posso darvi su questo libro.  

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