I luoghi dell'infanzia (e la musica c'entra comunque)

Capitano i momenti nei quali ti metti in discussione, oppure cerchi di ritrovare te stesso. Dove ti sei perso? Perchè ogni tanto qualcosa o qualcuno sembrano essere degli ostacoli insormontabili? Niente di nuovo all'orizzonte, per nessuno di noi. Ognuno reagisce diversamente, ognuno trova la sua oasi felice, ognuno riesce comunque alla fine a vedere il sole.
Ho sempre avuto bisogno di perdermi per ritrovarmi ma questa volta ho deciso di non seguire la solita strada ed anzi ritornare sui passi della mia infanzia. Così ho comprato 3 biglietti Frecciarossa Andata e Ritorno e per un weekend sono fuggito a Nettuno.

A voi dirà poco questa sconosciuta cittadina sul litorale di Roma che volge verso sud, ma per me l'aria di Nettuno è l'aria di casa quando ero bambino; la casa in campagna degli zii materni, le cugine più grandi di me, tantissimi animali con i quali giocare. Era il mio Paradiso sulla terra. Poi, crescendo, non c'è stata più occasione di tornare in quel luogo dove nei pomeriggi d'estate mi sdraiavo sull'amaca in giardino, oppure con le mie automobiline facevo file infinite lungo le radici delle piante. Quando si cresce non c'è tempo per tornare indietro. Adesso invece, superati i quaranta, inizio ad aver bisogno di tornare indietro e ritrovare me stesso, da dove vengo e reimpossessarmi dei luoghi della mia infanzia.

Farlo adesso con un figlio ed una moglie ha un altro significato, quasi a svelare a loro un mio segreto custodito nascosto bene bene nell'anima. Mi sono accorto che la statura conta, eccome se conta, e quel giardino me lo ricordavo enorme mentre in realtà non è poi così grande, anche se per il mio piccolo deve essere stato come per i miei occhi trenta anni fa. Nonostante questo era tutto lì, solo più invecchiato, meno curato e senza quell'aria di festa continua che quel posto ad agosto tratteneva con sé. Noi tre, io e le mie cugine, siamo grandi ormai, abbiamo una vita in città diverse e facciamo una fatica tremenda a raccontarcela. Quel sole cocente lo sentiamo a volte di più a volte di meno, mai allo stesso modo di quei tempi.

L'ultima estate passata lì ero già grande, credo intorno ai sedici anni. Avevo una già la musica dentro da diverso tempo, la mia prima rock band (da cantante e chitarrista), scrivevo canzoni che io pensavo brutte ma che nella cerchia degli amici di scuola venivano cantate in gita. Mi ricordo una sera di Agosto, quell'aria calda ed al contempo frizzante che sono il sud Italia ti sa regalare. Ancora noi tre cugini, ma ormai sempre più concentrati sulle nostre vite. E ricordo perfettamente il distacco tra me e loro, perchè la musica mi aveva conquistato e perchè loro due continuavano ad ascoltare il loro pop, tappezzando le camere di artisti che mi facevano vomitare, oggi come allora. Io invece avevo scoperto Blood Sugar Sex Magik dei Red Hot Chili Peppers ed era anch'esso una ventata fresca nell'afa agostana. Io cantavo "Under the bridge", loro "The summer is magic" e la cosa mi stonava alquanto.

E poi c'era quell'euforia di pensare alle canzoni che stavo scrivendo, a trovare le parole giuste, anche a scrivere per quell'amore giovanile (non corrisposto) che in quegli anni mi tormentava e che visto oggi fa simpatia (ma che fine hai fatto, tra l'altro?).

Insomma, per un weekend mi sono ripreso una parte di me. E' cambiato tutto....o forse no?

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