American Aquarium - Lamentations

BJ è cresciuto. Lo ha fatto sotto i nostri occhi, facendoci vivere quasi in diretta i suoi problemi con l'alcool, il percorso di disintossicazione, la ritrovata sobrietà, la quasi disgregazione della band e poi la rinascita. Il tutto nell'arco di  quattordici anni, nove dischi inediti e tour infiniti. Al buon vecchio BJ c'è solo da presentare i propri complimenti, non c'è che dire. 

Come se non bastasse Lamentations, dato alle stampe il 1 Maggio, rappresenta senza alcun dubbio lo zenit della discografia della band del North Carolina, confermando una crescita esponenziale nella scrittura e nel suono, già evidenziato col precedente Things Change. Composto da canzoni, senza alcun riempitivo e senza alcuna caduta di tono, Lamentations è l'album che attendevamo con ansia dagli American Aquarium, troppo spesso persi tra produzioni monocorde e lavori incomprensibilmente lunghi. 

Il presente di BJ Barham è finalmente libero di spaziare in diversi livelli di scrittura. Così - ad esempio - l'iniziale "Me + mine (lamentations)" propone un crescendo di oltre 6 minuti, ottimamente orchestrato, in cui la parte del leone è recitata da un testo sofferto, in cui esce prepotentemente l'amore per la natìa Raleigh "Io e me stesso abbiamo lavorato questa terra da quando mio nonno possa ricordare, arando il terreno, scavando buche, utilizzando il carbone per abbattere il legname". Versi potenti, aspri come le zolle di terra che necessitano del sudore per essere trasformate in raccolto. 

Ma questi American Aquarium non si fermano all'Americana e finalmente non si vergognano di tirare fuori il suono dei The Wallflowers nel rock di "Start with you, mentre li riconosciamo un po' più asciutti e sintetici del solito nei contraccolpi sui tamburi di "The luckier you get" "Quando ho compiuto 13 anni il mio vecchio mi ha fatto sedere. Disse "Ragazzo, ci sono solo due modi per uscire da questa città, un autobus della Greyhound come un campo di addestramento". E come se non bastasse, nella finale "The long haul" farete difficoltà a riconoscere la scrittura di Barham, stavolta alle prese con un pianoforte ed una melodia che pesca addirittura da quattro figuri di Liverpool. 

Nonostante sia un personaggio con il quale è difficile convivere - l'ennesimo massiccio turnover di musicisti intorno a lui trasformano ormai gli American Aquarium nella BJ Barham Band - il ragazzo di Raleigh ormai sobrio è una delle poche penne in circolazione che utilizza la prima persona come un pugno allo stomaco, non risparmiandoci niente della crudeltà della vita. Finalmente libero dai suoi stessi fantasmi, Lamentations è il disco che potrebbe portare gli American Aquarium al grande pubblico, anche quello europeo. In attesa della BJ Barham Band. 

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