Vi spiego la musica americana suonata in sei

Il mio amico Nicola, grande esperto di musica e soprattutto di tutto ciò che è a stelle e strisce, durante una chiacchierata mi disse che la mia passione per il rock americano suonato in sei era una delle cose più particolari che aveva ascoltato.

Ebbene sì, io sono uno strenuo sostenitore che il vero rock americano sfrutti tutte le sue potenzialità quando viene interpretato da una formazione a sei musicisti. Ecco qui intanto lo schema:

Voce
2 Chitarre
Tastiere
Basso
Batteria

Voce. Se diamo per assunto che il rock americano è un incrocio tra blues/folk ed appunto rock'n'roll (tutti ingredienti che, seppur in una formula più soft, ritroviamo nella cosiddetta "americana") si capisce come la voce sia il perno di questa musica. Se per altri generi sono importanti altri elementi (si pensi alla velocità nel punk od alla tecnica nel jazz), nel rock americano la voce si pone al centro del sistema. Ascoltando molti dischi ne ho tratto le seguenti peculiarità: intensità nel trasmettere il messaggio cantato (si pensi a Springsteen) e timbro immediatamente riconoscibile. Poi ognuno, ovviamente, lavora nei registri personali (non c'è, per esser chiari, la depressione del grunge). In alcuni casi il cantante è anche uno dei due chitarristi.

Chitarre. Nonostante le mille sfaccettature e giudizi, non può esistere rock senza la chitarra. Per creare quel suono ricco di sfumature che sta alla base del rock made in USA sono indispensabili due chitarristi in contemporanea. Il loro intreccio, metà melodico e metà ritmico, permette di arrangiare canzoni che, se analizzate nella loro ossatura, presentano giri melodici molto semplici. In alcuni gruppi la divisione ritmico-solista è dichiarata (si pensi ai Black Crowes), in altri c'è più libertà interpretativa.

Tastiere. Non mi piace il termine "tastiere", molto più accattivante è l'inglese "keyboards". A parte la disquisizione prettamente semantica, qui si parla di tastiere ma si deve chiudere il cerchio ad una ristretta serie di suoni: pianoforte, piano elettrico ed organo. Inoltre, il molti casi il tastierista si occupa anche di parti di orchestrazione che vengono da lui riprodotte. I suoni quasi unicamente utilizzati comunque sono quelli vintage.

Basso + Batteria (bass + drums). Come in ogni gruppo rock che si rispetti, la componente ritmica è fondamentale. Qui non si parla, come in altri generi, di mostri ipertecnici, ma di musicisti che garantiscono l'ossatura fondamentale al brano. Un nome su tutti, l'attuale batterista degli Heartbreakers del compianto Tom Petty, Steve Ferrone. Ferrone è stato un turnista eccellente, le cui doti sono riconosciute in tutto il mondo. Dietro la batteria degli Heartbreakers dal 1994, il suo drumming non è mai invadente, quasi un metronomo attento alla riuscita della canzone e non al suo protagonismo.

Fatta la dovuta premessa sui musicisti, ecco i gruppi con questa formazione che a mio avviso rappresentano il rock americano.

COUNTING CROWS. Se si parla di rock americano, probabilmente ai Counting Crows è stata data la laurea honoris causa. Oggi sul palco si presentano in sette, per l'entrata di Immergluck alla terza chitarra che ha spodestato David Bryson verso l'acustica. Ma lo zenit del gruppo dal punto di vista sonoro lo si rintraccia in Recovering the Satellites (1996) con questa line-up (la mia preferita).

Voce                    Adam Duritz
Chitarre               David Bryson (ritmica) e Dan Vickrey (solista)
Keyboards          Charlie Gillingham
Bass                    Matt Malley
Drums                 Ben Mize

Canzone consigliata: Daylight Fading

I Counting Crows nel 1996. Da sinistra: Ben Mize (drums), Adam Duritz (voce), Charlie Gillingham (keyboards), Matt Malley (bass), Dan Vickrey e David Bryson (chitarre)


THE WALLFLOWERS. Nonostante una vena compositiva mai realmente scemata negli anni, ciò che rimarrà degli Wallflowers negli annali del rock è frutto di Bringing down the horse datato 1996. Con questo disco, il secondo della loro discografia, la band di Jakob Dylan (avete letto bene, il figlio di Sua Bobbyness) ha lasciato un segno nella musica americana. A comporlo, undici canzoni perfette sia dal punto di vista della scrittura (buon sangue...) che da quello dei suoni. Una band in stato di grazia, composta da:


Voce                    Jakob Dylan
Chitarre               Jakob Dylan (ritmica) e Michael Ward (solista)
Keyboards          Rami Jaffee
Bass                    Greg Richling
Drums                 Mario Calire

I seguenti cambi di line-up hanno avvilito l'impatto di questa formazione ed i dischi successivi, seppur interessanti, non sono mai riusciti a bissare Bringing down the horse. Rami Jaffee, talentuoso suonatore di Hammond  infatti è entrato ufficialmente nei Foo Fighters, ma negli anni ha prestato il suo talento ad artisti quali Willie Nile, Victoria Williams, Soul Asylum, Pete Yorn ed addirittura per il primo disco solista di Richie Sanbora.
Il grande lavoro alla chitarra di Michael Ward sarà da trampolino per la carriera del chitarrista (tutta fama meritata), che presterà successivamente i suoi servigi a Ben Harper e John Hiatt.

Canzone consigliata: 6th Avenue Heartache


THE BLACK CROWES. In principio una via di mezzo tra i Rolling Stones ed i Faces, negli anni i Black Crowes sono diventati il vero simbolo del rock americano, pescando a piene mani nel mare del blues/rock tra citazioni erudite, intuizioni felici e dischi sempre più intrisi di America, sino ad arrivare al folk/rock degli ultimi lati B. Ora che sono in stand-by (ma per quanto??) mi mancano ogni giorno di più. Difficile scegliere un disco tra tutte le perle che hanno registrato, ma per me Amorica è uno dei punti più alti della band di Atlanta. Il disco del 1994 infatti li vede scoprire l'America del blues, tralasciando un certo hard rock stradaiolo che aveva contraddistinto i primi due dischi (soprattutto il primo). Proprio quella di Amorica è per me la formazione perfetta, quella che mi ha fatto sognare. Voilà:


Voce                    Chris Robinson
Chitarre               Rich Robinson (ritmica) e Mard Ford (solista)
Keyboards          Eddie Harsch
Bass                    Johnny Colt
Drums                 Steve Gorman

Quanti talenti in una sola formazione! La coppia di chitarristi è per me la migliore del rock americano moderno (tralascio i Pearl Jam). E dire che definire Rich Robinson solo un ritmico è poco. Ford, in pieno periodo di abuso di droghe ed alcool, resisterà solo un altro disco, poi se ne andrà dalla band. Colt, bassista degli esordi, se ne andrà quattro anni dopo per prestare il suo basso prima ai Train (anche loro, molto american rock) ed ora addirittura con i Lynyrd Skynyrd (odierni).

Canzone consigliata: Wiser Time



TOM PETTY & THE HEARTBREAKERS. Presentare Tom Petty ed i suoi Heartbreakers è quasi inutile, oltretutto in questo blog ci sono diversi articoli sulla grandezza di questa band e sull'importanza del menestrello della Florida. Gli Heartbreakers sono stati una delle backing band migliori della storia, una macchina da rock devastante. Oltretutto negli Heartbreakers c'è stato poco via vai, dovuto più che altro a eventi luttuosi, si pensi al bassista Howie Epstein morto prematuramente. Tra tutte le formazioni scelgo l'ultima, quella che ha accompagnato Petty sino all'ultimo giorno. Questa line-up ha la caratteristica della doppia figura di Scott Thurston che su disco e soprattutto nei live si cimenta a seconda delle canzoni alla chitarra ed alle tastiere. Per questo motivo, un disco che amato molto è Mojo, album del 2010 con sonorità blues e psichedeliche. Eccola la formazione dell'ultimo periodo:


Voce                    Tom Petty
Chitarre               Tom Petty (ritmica) e Mike Campbell (solista)
Keyboards           Benmont Tench e Scott Thurston
Bass                     Ron Blair
Drums                 Steve Ferrone

Tutti i membri meriterebbero un articolo a parte. La performance chitarristica è sempre stata notevole, perchè importante è il lavoro di Campbell, chitarrista moderno e molto singolare nella scelta di voicing e suoni, ma nettamente nel solco della tradizione americana. Molto sottovalutato, Petty era un ottimo chitarrista (ricordate la sua Rickenbacker?). Inutile dire che spicca alla tastiera la figura di Benmont Tench. Tench, grande musicista, ha lavorato con Dylan, Johnny Cash, Alanis Morissette, Fiona Apple e persino con gli U2. All'interno degli Heartbreakers era fondamentale per il suo gusto negli arrangiamenti

Canzone consigliata: Mary Jane's Last Dance



BOB DYLAN & THE BAND.  Cosa dire del menestrello di Duluth che non sia stato già detto? E cosa aggiungere sulla Band che lo ha accompagnato probabilmente nelle sue due opere più compiute e perfette, Highway 61 Revisited e Blonde on blonde? Il destino infatti fece incontrare Dylan con gli allora The Hawks; lui era al termine del periodo folk e stava per accingersi a denigrare il suo passato a favore dell'elettrico, loro avevano nella formazione una serie di talenti che, presi ad uno ad uno, non hanno eguali.


Voce                    Bob Dylan
Chitarre               Bob Dylan (ritmica) e Robbie Robertson (solista)
Keyboards           Garth Hudson (organo) e Richard Manuel (piano)
Bass                     Rick Danko
Drums                 Levon Helm

Da notare una particolarità, anche dovuta al periodo, gli anni '60. Per volere contemporaneamente il suono del piano e quello dell'amato Hammond, The Band si era munita contemporaneamente di Hudson e di Manuel. Per il resto, Robertson farà la storia con una serie di dischi sui Nativi Americani, Danko allo scioglimento del gruppo si unirà, tra gli altri, alla All-Star Band di Ringo Starr e Levon Helm diverrà uno dei padri della musica americana.

Canzone consigliata: The night they drove old dixie down 



THE DIRTY GUV'NASH. Band di stanza a Knoxville, Tennessee, i The Dirty Guv'nash li ho scovati qualche anno fa e da loro mi sono innamorato della loro musica. Il rock americano che propongono risente delle radici southern senza però eccedere in manierismi. Quello che conta per questi sei ragazzi del Tennessee sono i ritornelli intensi ed un afflato blues che resta sempre in sottofondo. Tre i dischi nella loro discografia ed ora, dopo un breve iato, si sono rimessi in carreggiata con una serie di concerti. Dei tre dischi scelgo Somewhere Beneath These Southern Skies del 2012, il più focalizzato e compatto.


Voce                    James Trimble
Chitarre               Cozmo Holloway e Michael Jenkins
Keyboards           Kevin Hyfantis
Bass                     Justin Hoskins
Drums                 Aaron Hoskins

Caratterizzati dalla vena melodica di Trimble, i Guv'nahs fanno dell'intreccio chitarristico la loro caratteristica, oltre a vagonate di blues garantite dal piano e dall'organo di Hyfantis.

Canzone consigliata: Wide awake




BRUCE SPRINGSTEEN & THE E-STREET BAND. Così come per Dylan e per Petty, cosa scrivere su Bruce Sprigsteen che non risulti scontato o prevedibile? Meglio quindi focalizzarsi sulla E-Street Band, il sodalizio che (tranne un breve periodo di iato a cavallo tra gli anni Ottanta ed i Novanta, ha accompagnato il Boss per tutta la carriera. La mia idea sulla backing band di Springsteen è che tranne alcuni casi (The River è uno di questi) poche volte sia riuscita a trasferire su disco il proprio potenziale, che poi veniva puntualmente fuori nei live, laddove dava vita a performance infuocate e commuoventi. Non è facile scegliere un periodo, considerato che il gruppo ha sempre rappresentato l'apice del rock americano, però negli otto anni che vanno dal 1975 al 1983 il Boss, anche grazie ai suoi sodali, ha potuto registrare i tre dischi di culto per l'America: Born to run, Darkness on the edge of town e The River). In questi anni la formazione era composta da:


Voce                    Bruce Springsteen
Chitarre               Bruce Springsteen e Steve Van Zandt
Keyboards           Roy Bittan (piano) e Danny Federici (organo)
Bass                     Garry Tallent
Drums                 Max Weinberg

Si nota subito, come nella Band, il ricorso a due tastieristi, rigidamente divisi tra Piano (Bittan) ed organo (Federici), mentre per quanto concerne le chitarre, essendo Springsteen anche un buon solista, le parti sono "intrecciate" con quelle del mitico Van Zandt. Alla band va aggiunto Clarence Clemmons, sassofonista membro ufficiale del gruppo che, ovviamente per motivi di arrangiamento, non suona in tutte le canzoni.

Canzone consigliata: Something in the night



AUGUSTANA. Una meteora. Se oggi provate ad acquistare i dischi degli Augustana vi conviene andare direttamente su Amazon e prenderli dagli States. Nonostante ciò e preso atto che l'ultimo lavoro della band, datato 2014, sembrerebbe sia anche il canto del cigno, va detto che con il primo album All the stars and boulevards hanno assestato un colpo perfetto. Il loro rock melodico, il pianoforte sempre presente, i ritornelli da cantare a squarciagola e le ballad perfette (ascoltatevi "Boston") hanno permesso ai ragazzi dell'Illinois di esordire in pompa magna. Vero è che non hanno più raggiunto l'epos dell'esordio. La formazione:

Voce                    Dan Layus
Chitarre               Dan Layus (ritmica) e Josiah Rosen (solista)
Keyboards           David Lamoureaux
Bass                     Simeon Lohrmann
Drums                 Kyle Baker

Layus, deus ex machina della band ed ora avviato alla carriera solista, riesce a dare man forte sia alla chitarra che al pianoforte. La sezione ritmica, che deve molto alla solidità degli U2, è il vero motore della band.

Canzone consigliata: Hotel Roosevelt




LYNYRD SKYNYRD. Storici, seminali, sfortunati ma al contempo combattenti, i Lynyrd Skynyrd sono stati (e con le dovute differenze lo sono anche oggi) la band più importante del Southern Rock, quel genere nato nel sud degli Stati Uniti che ha unito il blues al rock. Gli Skynyrd da Jacksonville (Florida) sono stati la band più importante del lotto, insieme ai contemporanei Allman Brothers Band. Tra le due band però in questa rassegna inserisco i LS perchè più vicini ad una certa "forma canzone" americana, mentre gli Allman diventeranno paladini anche di un certo  progressive rock con chiare venature jazz ( e perchè no, country).
Come molti sanno, i Lynyrd sono stati molto sfortunati nella loro carriera, soprattutto quando all'apice della carriera (1977) la tragedia aerea si porta via Ronnie Van Zant (il grande singer), Steve Gaines (allora chitarrista) ed alcune coriste. Con grande difficoltà e tante altre sfortune torneranno sui palchi, sino ai giorni nostri. Come formazione tipo ho scelto quella del 1974 che registrò il magistrale Second Helping (esatto, il disco con "Sweet Home Alabama"), punto più alto della loro discografia.

Voce                    Ronnie Van Zant
Chitarre               Allen Collins e Gary Rossington (Ed King)
Keyboards           Billy Powell
Bass                     Leon Wilkenson
Drums                  Bob Burns

I Lynyrd passarono alla storia per la formazione a tre chitarre, quindi andrebbe calcolato come membro ufficiale anche Ed King (oppure lo sfortunato Steve Gaines). E' però vero che il duo Collins/Rossington è stato il vero motore chitarristico della band e che la terza chitarra risultava essere più una forzatura che un bisogno reale.

Canzone consigliata: Sweet Home Alabama



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