Tony D'Souza. Il mulo

Ritmo, ritmo, ritmo. E' questo l'ingrediente indispensabile per ogni film d'azione che si rispetti, considerato il palese obiettivo che si prefigge, cioè tenere incollato al video lo spettatore senza dargli respiro. Con le stesse intenzioni, Tony D'Souza, che ammetto mi era sconosciuto prima dell'acquisto de Il mulo, propone al lettore il suo romanzo.

I romanzi basati sul ritmo hanno da sempre una fetta di pubblico affezionata, molto vicina a quelli dei gialli e dei noir. La scrittura, apparentemente, sembra contare poco, lasciando invece il posto agli avvenimenti che si succedono rapidamente, facendo si che ogni pagina sia vissuta in trepidante attesa che accada qualcosa. Il mulo con molta probabilità è nato con questa intenzione, considerato che l'argomento alla base del racconto è quantomai in linea con il genere: la storia di James Lasseter, ragazzo di buona famiglia ed aspirante giornalista che, dopo aver accarezzato il successo in concomitanza del matrimonio con Kate, a causa della terribile crisi finanziaria che dal 2007 travolge gli Stati Uniti perde il lavoro, proprio nel momento in cui la coppia attende di dare al mondo la loro primogenita. Così James, dopo molti curricula mandati in giro senza ricevere risposte, scopre che il destino ha posto davanti a se una serie di variabili che lo conduce ad iniziare una nuova professione: quella del "mulo", che nel gergo del mondo della droga è colui che fisicamente trasporta su e giù per le strade d'America la "merce" (o per usare ancora il gergo più adeguato, il "peso", che forse rende meglio l'idea).

Pur senza voler svelare nulla più delle 402 pagine del romanzo, potete già intuire con quale stupore non sia ancora venuto a conoscenza di nessun film ispirato dal romanzo ed interpretato da Nicholas Cage, che sarebbe l'attore giusto per la storia giusta. Nonostante questo cattivo pensiero, devo confessarvi che la lettura di questo cospicuo numero di pagine è filata liscia come l'olio, creandomi quell'ansia tipica di chi vuole scoprire cosa accade nella scena successiva. Merito, va detto, di una scrittura lineare senza troppi orpelli e di una buona maestria ad utilizzare i dialoghi come vera narrazione. Se è vero che il racconto è frenetico, lo è per dare al lettore la percezione della vita di un corriere della droga, in bilico tra paura ed ansia, esaltata dal guadagno facile ed oscurata dall'ombra perenne della galera. Queste sensazioni sono ben percepibili mentre James macina migliaia di chilometri tra Sacramento e la Florida, grazie ad un racconto in prima persona che lascia poco spazio all'immaginazione.

Mi ha deluso, inutile negarlo, la mancanza del cambio di passo, l'attesa spasmodica di un avvenimento che sia la chiave di volta per l'apertura di un'altra narrazione. Questo singolo aspetto non permette a Il mulo di essere un'opera completa, perché già a pagina duecento il lettore si aspetta un colpo di scena che, di fatto, non ci sarà. Per tutto il resto invece è stata una bella sorpresa.

La copia che ho in mano l'ho acquistata in un negozio per soli quattro euro, nonostante la copertina ne prevedesse sedici. Andando ad approfondire la questione, ho scoperto che l'editore ISBN ha chiuso i battenti nel 2015, quindi è in atto una svendita di ciò che è in magazzino. Occasione in più per investire qualche spicciolo in una lettura che, se non altro, vi terrà con un poco di suspence. Aspettando Nicholas Cage.

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