Da qui in poi

Chi con un po’ di assiduità leggeva questo blog ha trovato uno stop negli articoli. La motivazione principale è che ho optato per un cambiamento di vita e, soprattutto, per un cambiamento di città. Dalla profonda provincia del centro Italia alla colta (ed anche un po’ caotica) Bologna. Una scelta dettata dal lavoro, non semplice e soprattutto inattesa, di quelle cose per le quali, una volta accettate, devi partire immediatamente, trovarti una casa, trasferire la famiglia e cercare soprattutto di capire chi sei.

Bluespaper in tutto questo non è stato dimenticato, ha solo sofferto della mancanza di una connessione decente e del poco tempo a disposizione. Ora che tutto sembra tornato nei canoni della normalità (per quanto possa chiamarsi normale una vita completamente diversa da quella precedente) è necessario che mi interroghi sul futuro di questo blog.

La prima notizia è che ho iniziato una bella collaborazione con un blog amico, Come un killer sotto il sole. Qualcuno in questi anni avrà trovato in queste pagine alcuni rimandi al citato blog di Blaskswan, un amico nonché un conoscitore di musica senza pari. Adesso il mio legame con lui e con la sua creatura meravigliosa diventa stabile: le recensioni che leggevate qui le troverete su Come un killer sotto il sole, ovviamente a firma melonstone.

Nel 2016 si è concluso anche il mio rapporto con RadioPaneSalame, per la quale ho condotto per oltre 1 anno Songbook e per qualche mese Americana. Un grande dispiacere in questo caso, ma una conduzione radiofonica richiede una assiduità ed una costanza che in questo momento della mia vita non posso impegnarmi a dare.

A leggerla così sembrerebbe un graduale ritiro dal web. Non lo è. Per quanto mi riguarda suona di più come una nuova dimensione. Tra tutte le situazioni che portavo avanti, è sempre rimasta in prima istanza quella di essere (amatorialmente) un chitarrista e vi assicuro che l’impegno di una band può diventare molto più ingombrante degli altri. Ma è la mia passione da quando ero bambino e di certo non ho mai messo in discussione la sua importanza alla punta della piramide. Accanto a questa necessità mai ridimensionata di fare le prove, tirarsi giù i pezzi, salire su un palco, montare e smontare la strumentazione etc… c’è tutto il mondo che ruota intorno a bluespaper: musica e letteratura, se vogliamo generalizzare. Musica americana e letteratura americana, per essere un po’ più precisi. Ebbene, questo mondo adesso viene ridimensionato, ricalibrato, rivisto.
Le motivazioni che hanno portato a questa decisione non attengono solo al tempo o all’opportunità. Infatti, le mie recensioni le potrete leggere a Come un killer sotto il sole e non escludo che a breve registrerò un’altra puntata di Songbook per RadioPaneSalame. La riflessione nasce anche dallo sguardo intorno, da cosa offre il web. Se perdete pochi minuti di tempo per cercare una recensione, ad esempio, dell’ultimo lavoro di Sturgill Simpson (a proposito, ecco un consiglio per gli acquisti) troverete siti e blog italiani che oltre ad essere scritti in maniera competente offrono un ventaglio di recensioni invidiabile; insomma c’è professionalità ormai nella proposta di certi percorsi musicali, mi viene in mente Roots Highway che in fin dei conti tratta il genere che è oggetto di questo blog in un modo che è molto più professionale di tante riviste specializzate. A proposito, cosa dire del Buscadero?

Di fronte a questa offerta potevo prendere due strade: o alzare l’asticella e far diventare bluespaper un vero e proprio sito oppure cambiare prospettiva. La prima, visto quanto espresso sinora in questo post, è una proposta impossibile. Anche perché, detta in piena sincerità, magari siete dei lettori assidui del blog, però personalmente soffro la mancanza di una interazione, di un feedback o di un botta/risposta. Chi ne sa più di me sostiene che la vita di un blogger è fatta così, in attesa che qualcuno ti risponda anche solo scrivendo che stai scrivendo aria. Non è un lamento questo, ci mancherebbe: si scrive delle proprie passioni non per assurgere a capopopolo, ma per condividere e forse anche tenersi aggiornato. Però sapere come la pensa chi c’è dall’altra parte non dispiace.
Suppongo che buona parte del problema stia nella confusione tra blog e sito. Molti di noi aprono un blog e poi, piano piano, lo concepiscono come un sito.

 Lo sto facendo anche io, ma la riflessione adesso mi porta a pensare che i due aspetti non siano sovrapponibili. Il blog nasce per raccontare di sé, in prima persona o attraverso uno pseudonimo poco importa. Il sito ha un valore più di conoscenza, asettico. Provare a redigere un blog senza scrivere in prima persona rende il tavolo senza una gamba: ci puoi mangiare sopra, ma quel movimento ondulatorio dà sempre più fastidio…

Bluespaper dunque sente l’esigenza di una narrazione personale. D’altronde, il racconto è uno degli esempi più ancestrali di cura di sé ed approfondimento. Qualsiasi sia la spiegazione, la musica stessa, così come la letteratura, vanno prese di petto, vissute, sofferte. Forse, bisogna anche ritrovarle nella nostra vita quotidiana, senza sentire il bisogno di scrivere una recensione ma solo assaporandone il gusto.

In questi mesi bolognesi (di solitudine, anche) nel mio lettore mp3 è uscito con forza Cold Roses di Ryan Adams, un disco di oltre dieci anni fa che, chissà quale volo pindarico c’è dietro, ogni volta che vivo sulla mia pelle la parola “cambiamento” esce fuori e si fissa lì. La recensione che ne farei adesso sarebbe di pancia, di sensazioni, di odori. Molto semplicemente, non sarebbe più una recensione.
Riparto da qui, dunque. Zero necessità, zero impegni. Foglio bianco (virtuale) e qualche cosa da scrivere. La paura è che ci saranno pagine scollegate, con fili logici lunghi che passeranno da un post ad un altro. Appunti. Una delle frasi che maggiormente mi ritornano in mente in questi anni non ricordo nemmeno più dove la lessi: “I compagni di scuola diventano come gli appunti di una vita”. 

Ecco, se avessi avuto un collegamento internet ed un computer in quella stanza vuota in cui vivevo sino a dieci giorni fa vi sareste beccati un post.


 Se vi va, seguitemi. In ogni caso, bluespaper continua. 

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