Ogni estate, mediamente, è caratterizzata da un disco.
Ovviamente è una predisposizione dell’ascoltatore, la concomitanza con il
periodo delle ferie, il sole, il maggiore tempo a disposizione.
Quest’anno, senza alcun dubbio, il disco estivo di questo
blog è Traveller, di Chris Stapleton. Per molti un autentico
sconosciuto, per altri più al di dentro dell’ambiente musicale statunitense il
deus ex-machina di molte hit pop-country degli ultimi periodo.
Insomma, Chris Stapleton da Lexington, Kentucky, decide di
scrivere canzoni per se stesso, ed il risultato è esaltante. Partiamo da una
nota assolutamente imprevedibile: la voce di Chris è calda, avvolgente,
perfetta per questa americana sognante. Verrebbe da chiedersi, perché una ugola
così si sia nascosta per tutto questo tempo a scrivere canzoni per altri.
Poi attacca la title-track nonché l’iniziale “Traveller” è
la vicenda è più chiara: la scrittura di Stapleton è ancora migliore delle sue
doti canore. Una calda chitarra elettrica introduce un ritornello che si stampa
in testa come un macigno; basta poco per far sognare se c’è classe.
Classe che si ripete nella successiva “Fire away”, bel gioco
di assonanze. Dove siamo? In sella ad un cavallo selvaggio nei romanzi di
McCarthy, mentre la polvere ci procura una lieve tosse lì nelle montagne polverose
del New Mexico?
Stapleton ha le canzoni nelle mani, come poter definire
“Parachute” se non una cavalcata elettrica su un tempo tipicamente country?
Niente di nuovo, si direbbe, se non che ci si ritrova a cantare quelle linee
melodiche come un’ossessione. Oppure la cupezza di “More of you”, con Johnny
Cash dietro l’angolo.
Non c’è una caduta di tono, non c’è un suono sbagliato, non
c’è una nota fuori posto. E mentre la perfezione di questo albun rovinerebbe il
prodotto finale definendolo patinato, Stapleton ci mette la sua arte per
renderlo comunque un lavoro sincero e genuino.
Il lavoro del songwriter e l’obiettivo centrato stanno tutti
nel giocare con i generi, passare dal blues al country al rock diverse volte
nella stessa canzone, facendolo con una naturalezza che lascia stupefatti.
Sicuramente, il disco di bluespaper per l’estate, ma
anche una candidatura forte per l’Oscar dell’anno 2015.
Grandissimo disco !
RispondiEliminaconcordo Nick, disco enormemente bello
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