Intervista a Monica Maggi di Libra 2.0

Scrittrice, giornalista e docente universitaria, Monica Maggi è una delle personalità che maggiormente ammiro nel settore della letteratura. Con Libra 2.0 ha creato un nuovo modo di fare cultura e soprattutto di veicolarla alle persone nei luoghi più disparati.

Ho fatto una chiacchierata con lei sullo stato delle librerie italiane ed anche sulla narrativa americana. E come sempre, le risposte sono illuminanti.

Ciao Monica, intanto complimenti per tutte le iniziative che organizzi con Libraduepuntozero. A proposito di ciò, puoi spiegarci la filosofia che c’è dietro e quali sono i programmi futuri?
La filosofia di Libra è semplice: l'itineranza. Quindi non la gente che si avvicina alla cultura, espressa in varie forme (musica, cibo, danza, solidarietà, ecosostenibilità, poesi, letteratura) ma la cultura che si muove verso la gente. E quindi Libra crea costantemente eventi in vari punti e luoghi per aggregare e condividere la bellezza appunto della cultura.


Diverse volte hai denunciato la situazione delle librerie indipendenti, schiacciate da un sistema in cui la grande distribuzione la fa da padrona assoluta. Come si risolve questa ingiustizia?
Al momento non vedo soluzioni possibili se non la costituzione di cooperative o gruppi di librai e librerie indipendenti. Con qualche rischio, ovviamente. Ma conto sempre sulla bontà dell'obiettivo e sulla forza della passione.


Parliamo un po’ di letteratura americana. Come sai questo blog si occupa di narrativa a stelle e strisce. Iniziamo dalla situazione attuale: c’è qualche autore contemporaneo che consiglieresti? E perché?
John Grisham, perfetto scrittore di gialli
Paul Auster, per il suo stile di romanzo-poliziesco
Allen Ginsberg, indimenticabile e imperdibile esempio di beat generation
Anne Sexton, prima performer poetica americana (e donna!)
David Leavitt, che con il suo mai eguagliato “Ballo di famiglia” ha segnato una svolta moral-culturale




Il successo inatteso di “Stoner” di John Williams ha riportato alla ribalta la narrazione della provincia americana. Attingere a storie di ordinaria noia lontano dalle metropoli: è questa la grande forza degli autori americani? E cosa pensi proprio di “Stoner”, un romanzo in cui una storia di una vita assolutamente ordinaria diventa un grande racconto moderno?
Se pronuncio il nome di Bruce Springsteen cosa suscito? È il boss, il Born to the run, la provincia americana che diventa protagonista con le sue piccole grandi storie in musica sì, ma sempre storie rimangono. E questo è il successo di Stoner e di storie come le sue. E in fondo di tutte le storie della provincia.anche l'Italia ne ha avuta una, con i suoi Mario Soldati, e Alberto Bevilacqua e prima ancora Carlo Cassola.




Puoi consigliare ai lettori del blog cinque romanzi americani che tu reputi imprescindibili?
Ballo di famiglia (David Leavitt)
Cuore di tenebra (Joseph Conrad)
Via col vento (Margaret Mitchell)
Poesie (Anne Sexton) curato da Rosaria Lo Russo
Furore (John Steinbeck)


Diverse volte in questo blog ho sognato un Nobel alla letteratura per Phillip Roth. Cosa pensi della sua letteratura e chi possono essere i suoi eredi?
Mi piace mi piace mi piace, irriverente e consistente, un Bukowski con uno stile molto più morbido, un ebreo che non invecchia mai e che insegue la vita protestando. Io adoro Meir Shalev, donna. E le donne ebree sono ancora più puntute degli uomini....




So che conosci la realtà di Americana, la band nella quale suono che propone dei collegamenti ideali e filosofici tra la letteratura e la musica americana. Ascolti musica quando leggi? Vuoi provare a proporci un collegamento?
Ascolto molto Springsteen ma non quando lavoro. Lavorando amo il silenzio e in questo, appunto, mi sento vicina ai grandi romanzi della piccola vita quotidiana come Stoner.


Ciao Monica, e grazie per il tuo prezioso intervento.
Grazie a voi!




Per maggiori informazioni sulle attività di Libra 2.0 vi invito a visitare il sito www.libraduepuntozero.it

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