Il fabbricante di eco. Richard Powers

Leggere Il fabbricante di eco riconcilia con la letteratura. Ambientato a Kerney nel Nebraska del sud ovest, questo romanzo è il racconto del trauma di Mark Schluter, un giovane operaio che si schianta nella fredda notte invernale di Febbraio della Grande Pianura del Nebraska vivendo nei giorni successivi in coma ed in  bilico tra vita e morte.
Al suo risveglio gli viene diagnosticata la Sindrome di Capgras, per la quale un soggetto riesce a tornare alla vita normale pur non riconoscendo i volti delle persone a lui care. E sul dualismo tra Mark e sua sorella Karin, Powers fa crescere un racconto di rara intensità, dove i personaggi prendono forma accanto a noi. Che si parli dello psichiatra Gerald Weber o dell'infermiera Barbara Gillespie, ci si trova a pensare a soggetti che nascondo a se stessi la propria vita e le proprie verità. Ognuno ha qualcosa da dire, ognuno ha qualcosa da nascondere, ognuno cerca nell'altro una strada per salvare se stesso.

Impressiona il modo in cui l'autore racconta questa porzione di Nebraska, dove scorre lento ed inesorabile il Platte, affluente del Missouri dalle acque basse e per lo più fangose che una volta l'anno diventa teatro della migrazione delle gru. Tutto a Kearney gira intorno al Platte, la vita e la morte, la fortuna e la sfortuna. E la narrazione sembra seguire lo stesso andamento delle sue acque, scorrendo piano piano si insinua nei nostri pensieri tra mille ramificazioni e ci fa comprendere che la lentezza è una modalità necessaria per riscoprire noi stessi.

Il Nebraska di Powers è così, a bassa velocità ed ideale per ripercorrere i grandi interrogativi della vita, che maggiormente vengono incarnati dallo psichiatra Weber, uno scrittore affermato che racconta con vene commerciali di casi neurologici, che nella storia del paziente Mark e nello sferzante vento di Kearney trova la chiave di lettura della sua vita.

Non è dunque casuale che Il fabbricante di eco sia stato finalista  del Premio Pulitzer 2007, anche se in Italia non ha trovato fortuna. Forse perchè da noi i racconti sono veloci, seguono le curve di una società che corre dietro ad un simbolo o ad una etichetta senza trovare un attimo di noia.
Il Nebraska è noia che diventa introspezione. Alla fine, Kearney vale per tutto il Nebraska.

Se si deve dare un voto, questo The echo maker (suona ancora meglio in inglese) vale un 10. Con lode. 

Commenti

  1. Ora non mi rimane che leggerlo! Bella analisi, sono tua follower ora! =)

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    1. grazie! ho visitato il tuo blog e ne sono rimasto entusiasta, mille complimenti. mi preme molto dare visibilità al progetto Americana che trovi sopra, se ti va di twittarlo o altro te ne sarei grato :-)

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