Non è un paese per vecchi. Cormac McCarthy



E noi che ci eravamo fatti un'idea così edulcorata del Texas. Il petrolio (chi non ricorda la dinastia dello sceneggiato Dallas), le barbe lunghe degli ZZ Top, che nei videoclip si fermano alle stazioni a farsi riempire di gasoline il serbatoio da pin up dai seni prorompenti. Lo stesso Wim Wenders, in quel capolavoro che porta il nome di Paris, Texas ci raccontava una storia con i ritmi lenti del caldo del deserto.

Cormac McCarthy invece ha tutta un'altra idea del Texas. Magari più reale della nostra, perchè dal ritiro nel quale si chiuso da anni ad El Paso, la seconda città più antica degli Stati Uniti, la sua visione dello stato dell'unica stella (The Lonestar State) è cruda.

Non è un paese per vecchi è un libro perfetto. Intanto, contiene le caratteristiche tipiche dei lavori di McCarthy: non ha una parola in più di quello che sarebbe necessario. La sua scrittura, scarna tanto da essere un flusso continuo tra narrazione e dialoghi (dove comincia l'uno e dove finisce l'altro?) è fluida e con un pathos di sottofondo che la rende indispensabile. Non possiamo staccarci dalle pagine. Forse perchè la storia è un thriller/noir che si presta alla lettura tutta d'un fiato. O forse perchè è talmente affascinante la sua caratterizzazione dei personaggi, che lo psicopatico omicida Chigurgh è così reale, così spaventoso nella sua illogica follia, da poter apparire dietro la porta della nostra camera da letto in ogni istante. Per fortuna non è noi che sta cercando, ma un disperato saldatore di una anonima cittadina del Texas che crede di trovarsi nel posto sbagliato nel momento giusto.

Un libro diventa perfetto anche quando il suo titolo viene saccheggiato per l'uso quotidiano delle nostre espressioni. Fateci caso, ormai Non è un paese per vecchi è declinato per ogni circostanza.
Non penso sia per la fortuna del film. I fratelli Cohen, che naturalmente ci hanno tirato fuori un numero impressionante di statuine Oscar, non hanno dovuto penare molto per rendere la pellicola accattivante. Solo far leggere agli attori, magari più volte, il testo di Cormac McCarthy.

Perchè Moss, Chigurgh e lo sceriffo Bell sono davanti ai nostri occhi, e nonostante la fortuna del film, ognuno se li immagina a suo modo, tanto lo scrittore li ha resi vivi, contemporanei.
E quindi il Texas non è un paese per vecchi, perché il suo essere terra di frontiera, il suo deserto caldo nel quale si nascondono le vie di chissà quali traffici, il petrolio che rende ricchi alcuni e sfruttati altri non aiuta la monotona vita di tutti i giorni.

La narrativa statunitense ha avuto una grande fortuna. Dopo aver caratterizzato il Novecento con scrittori quali Hemingway, Steinbeck e Faulkner, li ha rimpiazzati a cavallo del nuovo millennio con il talento indescrivibile di McCarthy e di Philip Roth, per i quali ogni libro è un nuovo modo, crudo, realistico e senza patine vellutate, per descrivere gli Stati Uniti di oggi.
E noi non possiamo fare altro che leggerli con lo stupore dell'ennesimo capolavoro.


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