Signor Malausséne. Daniel Pennac



Chissà perchè non mi ero mai avvicinato alla letteratura di Pennac. Eppure il suo manifesto dei diritti del lettore è geniale ed allo stesso tempo da seguire alla lettera. Sgombriamo il campo: Daniel Pennac è un autore da bestseller. Ha iniziato la sua carriera di scrittore con libri per bambini e poi si è cimentato con la letteratura per grandi (se questa distinzione possa realmente avere un senso).

Mi sono imbattuto nel quarto libro della saga del suo Benjamin Malaussène, intitolato per l'appunto Signor Malaussène. Nei vari siti dedicati ai libri molti commenti dei lettori riportavano una certa difficoltà nello svalicare le prime 100 pagine oltre le quali, a loro dire, il libro risultava scorrevole e molto piacevole. Nulla di tutto ciò. O meglio, dopo il primo centinaio di pagine la prosa continua ed essere veloce ed avvincente. Ma nelle prime cento Pennac disegna una vera e propria opera d'arte.

Raramente ho letto un incipit di romanzo così perfetto. I personaggi entrano nelle pagine come lame nel burro, ma non risultano invadenti. Anzi, la coralità permette a Pennac di lasciarci immaginare una famiglia numerosa alle prese con una esistenza non proprio normale. Belleville, il quartiere Parigino dove si svolge l'intera vicenda, tranne una piccola digressione nel Vercors, sembra essere davanti ai nostri occhi. La trasformazione moderna che sostituisce i vecchi bistrot con gli edifici figli degli studi di egocentrici architetti è dentro ogni pagina, così come la storia dello Zebre, vecchio cinema del quartiere, che la famiglia Malaussène (famiglia allargata) non intende lasciar andare in rovina.

Signor Malaussène è uno dei pochi romanzi perfetti dalla prima all'ultima pagina. Non semplice, considerato che questa edizione nelle mie mani ne conta 444 di pagine a disposizione del lettore. E' un giallo che sfiora il noir. E' la descrizione della Francia moderna, nella quale gli immigrati sono costretti nella banlieu (numerosi i riferimenti all'Algeria, nella quale Pennac ha tra l'altro vissuto per numerosi anni). E' la storia di un amore. E' la vicenda di un capro espiatorio.
Tutti questi generi sono intrecciati con i tanti personaggi del romanzo. La famiglia Malaussène, numerosa e caotica. La gendarmeria locale. Una suora combattente. Un illusionista dal volto nascosto. Ed una pellicola intorno alla quale tutti i personaggi girano.

E poi lui, Benjamin Malaussène. L'anti-eroe. Il capro espiatorio. L'innamorato della sua Julie. Il lavoratore incompreso. Banjamin contro il quale si infrangono le onde delle cattiverie del mondo. Benjamin, amato dal suo quartiere e tartassato dalla società che gli gira intorno. E' uno dei personaggi più interessanti che ho incontrato nella letteratura.

Onore a Pennac e ad un romanzo straordinario. 

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