Jonathan Lethem. "Non mi ami ancora"

Per scrivere certi romanzi bisogna essere statunitensi. Bisogna crescere con il rock'n'roll alla radio e con il mito di Elvis che straripa da ogni bar o ristorante. E poi bisogna aver respirato le pagine di Ginsberg o Bukovsky.
Lethem americano lo è, precisamente di Brooklyn, New York. Ma quella che ci racconta in Non mi ami ancora è una storia ambientata a Los Angeles. Nella enorme ed indecifrabile metropoli che non ha un centro, non ha un corpo definito e, soprattutto, non ha una identità precisa.
Nella Città degli Angeli c'è una band senza nome. E' composta da quattro ragazzi, due uomini e due donne, che si stanno avvicinando ai trenta e che fanno musica senza alcun obiettivo preciso.
Lethem li descrive in tutta la loro irrealtà, conscio che in realtà sta presentando al lettore uno spaccato nemmeno troppo surreale della middle class americana.
Matthew, il cantante che non ha mai scritto nemmeno un pezzo, che rapisce un canguro dallo zoo.
Denise, la batterista che di giorno lavora in uno store che noleggia video pornografici e che ha attrezzato il proprio appartamento a sala prove.
Betwin, diplomatosi in cinematografia che passa il tempo a rivedere sempre lo stesso film in bianco e nero. E Lucinda, la protagonista di questo romanzo, che è bassista per caso e che incappa in un amore telefonico che trasformerà il futuro della band.

Lethem dimostra di conoscere bene la vita di una band. Ne racconta le dinamiche più nascoste così come gli aspetti più squisitamente tecnici. Ciò che lo rende uno degli scrittori in ascesa nella letteratura americana è la facoltà di descrivere ed entrare nei personaggi con un linguaggio ricercato, tanto che a tratti sembra di leggere a voce alta l'influenza di Foster Wallace.

Ne escono fuori 220 pagine nelle quali la pazza Los Angeles è un quadro lucido che fa da sfondo a quattro personaggi che hanno obiettivi sfocati ed idee sconnesse. Contorniati da un mondo di cellulosa che cerca di rendere arte quella che in realtà arte non è.

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